Descrizione
Il fondo Ticinesi è così chiamato perché Pavia , in antico Ticinum, è l’elemento unificatore della quasi totalità dei manoscritti, attraverso l’autore o il contenuto, o la provenienza.
Fu costituito nel 1861 accorpando alcuni manoscritti, già conservati in Biblioteca, alla cospicua raccolta delo storico Giuseppe Robolini, da poco acquistata.
Nell’ultimo decennio dell’Ottocento il bibliotecario Giuseppe Bertolani (1818-1899), esperto anche di paleografia, redasse un catalogo sommario di 538 manoscritti su schede destinate a un catalogo a stampa che non fu mai realizzato. Le schede furono trascritte (probabilmente all’inizio del secolo scorso) in ordine alfabetico per autore su un grosso registro denominato convenzionalmente Inventario manoscritto, che è ancora oggi l’unico strumento di accesso al fondo.
L’Inventario è costituito di 510 pagine (mm. 435x 295; bianche in prevalenza le pari e da 498).
Le schede contengono di norma: autore, titolo, materiale, età, dimensioni, consistenza, incipit, explicit.
La prima redazione, riconoscibile dall’uniformità della grafìa, fu integrata in tempi diversi: alcuni codici (numerati dal 540 al 547) tralasciati nella prima schedatura, furono inseriti parte gradualmente, parte in occasione di una recente verifica; nel 1955 furono aggiunte le descrizioni relative ai numeri dal 548 al 794 ( si tratta, in massima parte, di fogli sciolti e opuscoli conservati in custodie); infine i pochi codici acquistati o donati dopo tale data sono stati man mano aggiunti, inserendo le descrizioni sommarie nella loro posizione alfabetica.
Si arriva così a 820 unità, che è la consistenza attuale del fondo.
Per ogni scheda compaiono: autore, nomi propri del titolo, nomi propri della descrizione; per le schede senza autore ed il cui titolo e descrizione non contengono nomi propri, compare il titolo completo.
Gli autori ed i nomi propri, possono essere cercati sotto diverse forme, poiché sono stati adottati 149 alias (rinvii) che rimandano, automaticamente, alla forma normalizzata.
Nei nomi propri di città viene precisato quando sono citati come luogo di edizione o di redazione. Quando Pavia è l’unico nome proprio presente nell’intera scheda compare il titolo completo.
Ai nomi incompleti, segue, quando è stato possibile identificarla, una qualificazione.
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